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Deratizzazione

DERATTIZZAZIONE ECOLOGICA: L’EKOMILLE

Ekomille è un’apparecchiatura elettromeccanica per la cattura, continua ed efficace, di tutte le specie di roditori infestanti sinantropi (topi e ratti).
È un moderno sistema per la derattizzazione ecologica che consente il monitoraggio e la cattura continua di topi e ratti con la garanzia d’igiene, sicurezza ed ecologia.

  • Ecologico: usa come attrattivo sostanze alimentari naturali.
  • Sicuro: lavora in assenza veleni, sostanze nocive o pericolose per bambini e animali non-target.
  • Igienico: cattura e trattiene in serbatoio Topi e Ratti, evitando la dispersione di carcasse infette nell’ambiente.

Grazie alle sue caratteristiche d’igiene e sicurezza, Ekomille è particolarmente indicato per la derattizzazione nelle aziende agro-alimentari e zootecniche, nel canale Ho.Re.Ca., nelle strutture turistiche e nei centri commerciali.

Ma non solo, Ekomille risolve in sicurezza il problema della derattizzazione anche negli ospedali, nelle scuole, nelle caserme, negli edifici pubblici, condomini e abitazioni private e in qualsiasi altra comunità.

Tutti i nostri addetti sono stati istruiti tramite specifici corsi di formazione per padroneggiare l’utilizzo dei dispositivi Ekomille e per realizzare a regola d’arte impianti di derattizzazione non chimica ed eco-compatibile.

La derattizzazione è una strategia di lotta contro topi, ratti ed altri roditori attraverso una serie di interventi mirati al loro allontanamento permanente o alla loro cattura, nel rispetto della salvaguardia dell’uomo, dell’ambiente e della fauna “non-target”.

Il servizio è effettuato mediante l’impiego dei seguenti dispositivi:

  • EROGATORI DI SICUREZZA
  • TRAPPOLE A CATTURA MULTIPLA
  • TRAPPOLE A CATTURA MECCANICA

Abbiamo a disposizione la migliore produzione di attrezzature e formulati chimici.

I nostri interventi di derattizzazione prevedono:

  1. SOPRALLUOGO
    Un’accurata ispezione delle aree è fondamentale per garantire il buon esito della derattizzazione, in questa fase si individuano tutti i punti critici degli ambienti e la loro capacità portante.
  2. RAT-PROOFING
    Indica tutte quelle misure strutturali e non, che si possono adottare al fine di limitare la penetrazione e proliferazione dei topi e dei ratti. I roditori possono accedere negli edifici in vari modi: da passacavi degli impianti elettrici, da condotte di scarico di vario genere, da griglie di aerazione o sfiati, da tettoie, da alberi addossati a edifici, senza dimenticare il trasporto passivo di materiale che ha sostato in aree infestate.
    I nostri operatori sono formati e addestrati non solo a rilevare e segnalare gli interventi di rat proofing utili, ma addirittura ad eseguirli direttamente.
  3. FASE OPERATIVA
    I trattamenti di derattizzazione e le relative metodologie si differenziano di molto in funzione della destinazione d’uso dell’area da proteggere e ancora se si tratta di aree esterne o aree interne.

Il controllo dei roditori deve partire dai confini di proprietà per poi estendersi al perimetro esterno dello stabilimento e infine all’interno dei locali.

I sistemi di derattizzazione chimica prevedono l’istallazione all’esterno di un impianto di erogatori di esche rodenticide che devono essere posizionati in modo specifico e in quantità adeguata: sono in materiale plastico, resistente, indeformabile e dotati di chiave di sicurezza, segnalati da apposito cartello e numerati.

Per l’interno, sono preferibili trappole a cattura multipla oppure le esche virtuali prive di veleno.

Contattaci per maggiori informazioni: sopralluoghi e preventivi sono sempre gratuiti

Il Rattus Norvegicus o Ratto di fogna o Ratto delle Chiaviche

Ha una colorazione marroncina o grigia scura. Presenta una corporatura robusta, gli occhi e le orecchie poco sviluppate e dimensioni superiori al Ratto nero. Differiscono anche per le dimensioni della coda: nel Ratto delle Chiaviche quest’ultima non supera mai la lunghezza del corpo.

Le tracce più evidenti della presenza del Ratto delle chiaviche sono gli escrementi, relativamente grandi (12 – 15mm in media) e fusiformi. Le strutture infestate presentano spesso visibili erosioni prodotte da questo roditore su materiali di vario tipo: plastica, legno ma anche su metalli. Inoltre, è facile rinvenire segni di untuosità da sfregamento di pelo lungo muri, porte e bordi delle fessure.

Nelle aree urbane, la specie frequenta ambienti come discariche, fogne, scarpate ferroviarie e stradali, sponde di corsi d’acqua, giardini e parchi. Penetra spesso negli edifici e colonizza esclusivamente le parti inferiori. Possono accedere lungo percorsi adiacenti a tubazioni di scarico, sebbene i punti d’ingresso sono più facilmente costituiti da aperture mal sigillate o da porte mantenute aperte.
Questa specie di ratto è fondamentalmente onnivora: si nutre di vari tipi di derrate alimentari di origine vegetale o animale destinate ad uso umano o zootecnico. Gli accumuli dei rifiuti urbani costituiscono un’eccellente fonte di cibo.

La caratteristica più nociva del Ratto delle Chiaviche è la trasmissione di numerose gravi malattie all’uomo e agli animali domestici. Crea gravi danni sia in agricoltura che negli insediamenti industriali a causa di rosicchiamenti, di contaminazione con peli ed escrementi, di sottrazione di derrate, senza trascurare il danno di immagine che può derivare alle aziende con la sua presenza.

Fonte: Dario Capizzi, Luciano Santini, “I Roditori Italiani”, A. Delfino Editore.

Il Rattus rattus o Ratto dei tetti

Presenta una colorazione grigio-nerastra, motivo per cui è anche noto come Ratto nero. Le orecchie sono molto sviluppate, ha gli occhi grandi e sporgenti e il muso appuntito.

Rispetto al Ratto norvegicus, il Ratto nero ha dimensioni corporee più ridotte, la coda appare più sottile e la sua lunghezza è superiore a quella del corpo.
La presenza del Ratto nero è facilmente comprovabile dal rinvenimento degli escrementi, generalmente di forma ovale o cilindrica che non superano i 12 mm. Questa specie lascia tracce untuose alla base delle pareti, sulle porte e sui bordi delle fessure dovute allo sfregamento del pelo al suo passaggio.

Il Ratto dei tetti è una specie sinantropica, che abita giardini, parchi urbani oltre a introdursi negli edifici, dove colonizza le parti superiori come soffitte, tetti e terrazzi grazie alle sue abilità nell’arrampicarsi e nello spostarsi velocemente su rami e cavi sospesi. Inoltre è spesso presente nei fabbricati rurali, nei magazzini e nelle aziende zootecniche.

Ha attività prevalentemente notturna, ma lì dove la popolazione è assai elevata, il Ratto nero è spesso visibile anche al crepuscolo o durante le ore del giorno. È una specie onnivora. Negli ambienti umani si nutre di cereali, di frutti, di verdura, di alimenti destinati agli animali domestici ma anche di carne, uova e di qualunque tipo di derrata immagazzinata e di rifiuto alimentare.
Questa specie riveste una notevole importanza economica e sanitaria: il Ratto dei tetti deve essere sottoposto ad una costante azione di controllo, pur risultando assai problematico da combattere. È coinvolto nella diffusione di un gran numero di malattie, alcune delle quali assai pericolose. Basti pensare che il Ratto dei tetti è il principale ospite della pulce Xenopsylla cheopis, vettore del batterio Yersinia pestis, agente eziologico della peste.

Il Ratto dei tetti è responsabile di notevoli danni in agricoltura, soprattutto a carico dei frutti pendenti, delle coltivazioni in serra e delle derrate immagazzinate. Anche in zootecnica, la specie procura danni considerevoli, in particolare per il rischio di trasmissione di malattie agli animali e al personale che vi lavora, ma anche per la contaminazione del mangime. Frequenta spesso le industrie e i depositi alimentari, così come gli esercizi pubblici, soprattutto nei casi in cui le misure di esclusione (rat proofing) siano carenti.

Fonte: Dario Capizzi, Luciano Santini, “I Roditori Italiani”, A. Delfino Editore.

Topo domestico

Presenta un mantello di colore bruno-grigiastro nelle parti superiori, grigio chiaro inferiormente. Le orecchie e gli occhi sono abbastanza sviluppati, la lunghezza della coda è più corta della lunghezza testa-corpo.

La presenza del Topo domestico è testimoniata soprattutto dai tipici escrementi, generalmente di colore nero, lunghi dai 5 – 7 mm. Nelle strutture infestate sono visibili le erosioni prodotte dalla specie su materiale di vario genere, come gomma, legno, plastica, stoffa e carta.
Il topo domestico è una specie ormai stabilmente associata agli insediamenti umani di qualunque tipologia. È in grado di occupare spazi più disparati, purché offrano cibo e rifugio.

Ha un’attività prettamente notturna, raramente agisce durante le ore del giorno.

È un eccellente arrampicatore, ed è in grado di scalare pareti verticali.
A differenza dei ratti, esso ha la tendenza a non muoversi se il suo nascondiglio è minacciato, rimanendo immobile finché non viene posto allo scoperto. Questa caratteristica gli consente di essere trasportato con facilità da un edificio all’altro all’interno di contenitori ed imballaggi.
Presenta una spiccata, innata curiosità che lo spinge a visitare nuovi oggetti che incontra nel suo percorso, così come ad assaggiare immediatamente nuove fonti di cibo. In completa contrapposizione con l’estrema neofobia dei ratti.

Le implicazioni negative connesse alla sua presenza sono di vario tipo: contaminazione di derrate; danneggiamento degli imballaggi; danno di immagine nell’ambito dell’industria alimentare, come ad esempio escrementi, peli o carcasse.
Come le altre specie di roditori, anche il topo domestico funge da vettore per numerose malattie, trasmissibili sia all’uomo che agli animali domestici.

Fonte: Dario Capizzi, Luciano Santini, “I Roditori Italiani”, A. Delfino Editore.

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